NARCISISMO PATOLOGICO: un fenomeno complesso
In questo articolo ti parlo del Narcisismo Patologico e dell'importanza di attribuire il giusto nome alle etichette diagnostiche.

In un’epoca in cui l’etichetta di “narcisista” sembra essere usata con leggerezza, è importante riflettere sulla complessità di questo fenomeno. Non basta limitarsi a etichettare comportamenti senza una comprensione profonda delle loro radici psicologiche.

Che cos’è il narcisismo patologico

Da una prospettiva psicodinamica, il narcisismo è un concetto complesso che affonda le sue radici nelle dinamiche intrapsichiche, ovvero nei processi psicologici interni che influenzano il nostro comportamento. La teoria freudiana ci insegna che il narcisismo può manifestarsi come una fase normale dello sviluppo infantile, in cui il bambino prova una forma di amore verso se stesso. Tuttavia, questa fase diventa problematica quando non si evolve oltre i confini dell’infanzia.

Nei primissimi stadi dello sviluppo, il bambino vive una sorta di “onnipotenza infantile”, durante la quale tutti i suoi bisogni e desideri vengono soddisfatti immediatamente, quasi come per magia, senza un reale scambio reciproco. Questo stato è naturale per un bambino, ma con il passare del tempo, la frustrazione derivante dall’insoddisfazione dei desideri diventa fondamentale. Essa consente al bambino di comprendere l’Alterità, cioè l’esistenza di un altro con bisogni e desideri propri. Questo passaggio è cruciale per sviluppare una sana consapevolezza dei propri e altrui limiti, riconoscendo che l’altro non è presente solo per soddisfare i suoi bisogni.

Nelle personalità narcisistiche, questo passaggio evolutivo si arresta. Anche da adulti, questi individui possono rimanere bloccati in uno stadio infantile, dove risulta difficile percepire le esigenze dell’altro. Le loro necessità vengono percepite come urgenti e vitali, spesso a scapito della capacità di comprendere e rispondere ai bisogni altrui.

Il pericolo delle etichette diagnostiche

Attribuire l’etichetta di “narcisista” a chiunque dimostri comportamenti egoistici o dannosi può avere conseguenze gravi. In psicologia, l’etichettatura è una doppia spada: può offrire comprensione e chiarezza, ma può anche contribuire a una percezione distorta della realtà. È importante notare che un comportamento narcisistico non implica necessariamente un disturbo narcisistico di personalità. Questa distinzione è cruciale; ignorarla può portare a fraintendimenti dannosi e a giudizi affrettati.

Tutti noi abbiamo tratti narcisistici e possiamo manifestare comportamenti narcisistici in determinati momenti. Se non fosse così, ci sarebbe un serio problema di autostima. In alcune fasi della vita, specialmente in periodi di vulnerabilità, potremmo agire in modo “narcisistico”, cercando di preservare la nostra autostima anche a discapito del benessere emotivo dell’altro. Tuttavia, questo non significa che siamo affetti da un disturbo narcisistico di personalità; piuttosto, riflette un naturale bisogno umano di proteggere il nostro equilibrio psicologico.

Secondo il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), “i disturbi di personalità sono modelli persistenti di pensiero, comportamento interpersonale ed emotività che deviano marcatamente dalla cultura dell’individuo, sono pervasivi e inflessibili”. Questo significa che una persona con diagnosi di disturbo narcisistico mostra questi comportamenti in quasi tutti i contesti della vita e con la maggior parte delle persone. Attribuire un significato clinico al comportamento di una persona senza conoscere il contesto e la storia personale è un errore serio e comune.

Il contesto sociale e culturale

L’impatto del contesto sociale e culturale sul narcisismo assume sfumature particolari nelle relazioni di coppia, dove le dinamiche interpersonali sono profondamente influenzate dalle norme culturali e dai valori sociali. In una società che promuove l’individualismo e l’autopromozione, ciò si riflette anche nelle relazioni amorose.

La ricerca di affermazione personale può tradursi in un desiderio di auto-soddisfazione all’interno della coppia. È fondamentale, però, distinguere tra un sano desiderio di crescita individuale e comportamenti narcisistici dannosi. In un contesto in cui la realizzazione personale è vista come un valore primario, possono emergere dinamiche in cui i partner cercano di massimizzare il proprio benessere senza considerare le esigenze dell’altro. Un esempio comune di questo comportamento è il “ghosting”, in cui una persona interrompe bruscamente la comunicazione senza spiegazioni, causando dolore e confusione all’altro.

Comprendere il narcisismo nelle relazioni di coppia richiede uno sguardo critico su come la nostra cultura coltiva o reprime determinati tratti narcisistici. La promozione dell’autoaffermazione può spingere alcuni individui a cercare costantemente l’attenzione e la validazione del partner, trascurando a volte la reciprocità e l’empatia nella relazione. Inoltre, il timore del rifiuto, comune in una società che enfatizza il successo individuale, può alimentare la paura di aprirsi completamente nei confronti del partner. Questo può portare a comportamenti di autopreservazione che, a loro volta, potrebbero essere erroneamente interpretati come segni di narcisismo.

Empatia e comprensione

Attribuire etichette diagnostiche a chiunque mostri comportamenti che ci feriscono ha conseguenze gravi. Innanzitutto, alimenta lo stigma sociale sulla malattia mentale, facendola apparire come qualcosa da evitare, allontanare e temere. Questa visione è tutt’altro che inclusiva della complessità umana.

In secondo luogo, ostacola la comprensione delle cause dei comportamenti narcisistici. Dietro a questi comportamenti, che possono apparire egoistici, egocentrici o addirittura sadici, si nasconde spesso un’enorme vulnerabilità e un senso di vuoto difficile da colmare. È importante ricordare che il comportamento è spesso un sintomo di conflitti interiori più profondi.

Tendiamo a criticare gli altri per tratti narcisistici senza riflettere sui nostri stessi comportamenti. Quando accusiamo gli altri di comportamenti narcisistici, può essere un modo per evitare di guardare dentro di noi e riconoscere eventuali comportamenti simili. Questa dinamica rappresenta un meccanismo difensivo che ci permette di distogliere l’attenzione dai nostri difetti o dalle situazioni in cui possiamo avere una responsabilità.

Invece di affrontare la nostra parte di responsabilità o riconoscere i nostri comportamenti narcisistici in determinate situazioni, può essere più facile incolpare gli altri. Questa tendenza si manifesta in molteplici aspetti della vita, sia in contesti personali che professionali.

Conclusioni e riflessioni

In conclusione, la pratica di attribuire etichette diagnostiche di narcisismo a chiunque mostri comportamenti che ci feriscono richiede una riflessione profonda. La psicodinamica ci offre strumenti preziosi per comprendere le radici del narcisismo, ma è essenziale evitare semplificazioni e abusi delle etichette diagnostiche. Dobbiamo promuovere un dialogo più complesso e compassionevole sulla natura umana e sulle relazioni interpersonali, riconoscendo che dietro ogni comportamento si possono celare storie e vulnerabilità significative.

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